Novità di quest’anno: il 19 aprile si inaugurerà, presso la Fiera di Milano (Rho), una nuova manifestazione a tema culturale, che si chiamerà Tempo di libri. Questa prima edizione si svolgerà dal 19 al 23 aprile, e occuperà due padiglioni della fiera milanese, dove si svolgono altre importanti manifestazioni, come il Salone del mobile e la fiera natalizia L’artigiano in fiera. La sua nascita è stata travagliata: fino all’anno scorso tutti sapevano che la più importante manifestazione del nord Italia su questo argomento era il Salone del libro di Torino, giunto ormai alla sua trentesima edizione, che negli anni ha visto crescere quasi costantemente il suo successo. Ma l’anno scorso qualcosa è successo, qualcosa che ha interrotto l’egemonia torinese: furono riscontrate delle irregolarità nella gestione delle gare d’appalto del Salone, e alcune persone vennero arrestate. Non credo sia questa la sede per entrare nel merito della vicenda giudiziaria, ma questo fu il punto di partenza di una divisione interna alla gestione del Salone che ha portato alla scissione e alla nascita della manifestazione milanese.
Partendo da quelle vicende, infatti, la Città di Torino, la fondazione che gestiva il Salone e la Regione Piemonte entrarono in conflitto con l’Aie, la Società italiana editori, che accolse la proposta del direttore di Fiera Milano di organizzare nel capoluogo lombardo una fiera libraria. Non tutti gli editori aderenti all’Aie si trovarono d’accordo, e infatti la Società si spaccò, undici editori ne uscirono.
Ed eccoci al risultato di discussioni, liti e scissioni, proposte (la prima fu di organizzare una manifestazione unica in due sedi: la parte di mercato del libro a Milano, la parte dedicata agli incontri a Torino) tra editori, associazioni, enti pubblici e politici, cioè di tutto quell’immenso universo di interessi che ruota intorno ad una manifestazione che potenzialmente può generare un fatturato di tutto rispetto (anche se, pare, l’edizione del 2014 andò in perdita).
Nasce nel 2016 la Fabbrica del libro, che ha il compito di gestire la nuova manifestazione milanese; ad ottobre viene ufficialmente presentata – con tanto di polemica per il mancato sostegno ufficiale del Mibac, che invece è sostenitore e fa parte della Fondazione che organizza il Salone di Torino -, ad aprile vede la luce.
Ora, al di là dell’alone di polemica che circonda Tempo di libri, la manifestazione in sé potrebbe essere interessante; del resto si tratta pur sempre di uno spazio di promozione della lettura (e dio sa quanto sia importante nel nostro Paese!) e poi, diciamocelo, quando ci sono di mezzo il libri non ce n’è mai abbastanza. E non è nemmeno in dubbio che la risposta della città sarà ottima, basti pensare al crescente successo che ha una manifestazione come Bookpride, la fiera dell’editoria indipendente. Ma io non riesco a pensare a Tempo di libri come alternativa a Torino: sarà per affezione, sarà che non sono abbastanza aperta alle novità, ma per me il Salone è sempre il Salone, legato ad una tradizione che dura per me da una decina d’anni. Andrò a Milano, certo, ma per il momento per me è solo una dei tanti eventi che gravitano intorno a quello vero, quello che a febbraio “cominciamo a programmare il weekend del Salone, occhio a quando esce il programma che bisogna comprare i biglietti”. Può essere che mi sbagli; se così fosse sarebbe positivo, perché vorrebbe dire che ci sarebbero due grandi eventi da aspettare con ansia. Non voglio essere partigiana a tutti i costi, ma la fiducia questa fiera se la deve guadagnare; forse non è un buon inizio la scelta della data, così vicina a quella, storica, del Salone di Torino (che si svolgerà dal 18 al 22 maggio), ma non voglio partire con dei preconcetti, quindi aspetterò di visitarla. E poi non è detto che nei prossimi anni le cose non cambino ancora, e che le vicende delle due manifestazioni non si incrocino, questa volta in modo positivo e costruttivo. Rimaniamo in attesa.