Merita sicuramente il primo posto nella mia classifica dei libri più belli. La storia non è molto diversa da altre risalenti allo stesso periodo (fu pubblicato per la prima volta nel 1847): gli ingredienti della classica storia d’amore ci sono tutti: la giovane, bella e ricca eroina s’innamora perdutamente del bel tenebroso, dal carattere difficile e dai modi rudi, ed è ricambiata con una passione assoluta che toglie il fiato, ma la storia d’amore è naturalmente osteggiata, e le strade dei due amanti si dividono senza che il sentimento venga mai meno (a voi scoprire il finale!). Ma ciò che mi ha fatto innamorare di questo romanzo non è questa, tutto sommato non originalissima, trama, ma la caratterizzazione dei personaggi: di Catherine ed Heathcliff tutto si può dire tranne che siano i soliti personaggi da romanzo d’amore. Lei, bella e ricca, certo, ma estremamente viziata, antipatica ed egoista, non è certo l’eroina positiva che ci si aspetta, e lui, non solo rude nei modi ma anche di carattere, violento e vendicativo non è neanche lontanamente un Mr. Darcy (avremo modo di conoscere anche lui molto presto); insomma, più che simpatia questi due suscitano una certa avversione. Pur tuttavia sono i protagonisti della storia, e il lettore riesce a passare sopra a tutti i loro difetti per immedesimarsi in una storia d’amore e passione talmente grande da andare oltre i confini della morte. Io non apprezzo questo libro per la storia in sé, ma perché una protagonista femminile come Catherine, descritta per di più da una donna, è incredibilmente originale: la Brontë ci aiuta a liberarci dello stereotipo della figura femminile brava, bella, intelligente e piena di buoni sentimenti per arrivare ad accettare che essa possa essere piena di difetti e non per questo essere meno donna, come ognuna di noi. Nel 1847. Geniale.
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